CAMPAGNA ELETTORALE??? MA CERCATI IL RAGAZZO!
Siamo ormai giunti al termine ultimo della campagna elettorale. Il 5 giugno i cittadini del mio paese e di molti altri comuni piccoli, medio-grandi d’Italia saranno chiamati a esprimere la loro preferenza per la scelta della futura amministrazione. La gente dovrà segnare con una croce il simbolo della lista che ritiene essere la più competente e idonea a portare avanti il lavoro già avviato e avente l’energia giusta per andare anche oltre.
È importante infatti ricordare che un comune non nasce e muore con un’amministrazione, ma la precede, la vive e la segue. Da qui il buon senso, di chi seguirà all’attuale sindaco, a non cancellare o annullare quanto già messo in movimento con fatica dal Comune in questi anni di crisi economica globale, a fronte di tagli di spesa non indifferenti e patti di stabilità che hanno colpito indistintamente tutta l’Italia.
Accanto al simbolo si potrà poi esprimere uno, o due nomi di preferenza purché di sesso opposto (pena l’annullamento della seconda preferenza).
L’introduzione delle doppia preferenza e della cosiddetta «quota di lista», affinché nessuno dei due sessi vi sia rappresentato in misura superiore a due terzi, è avvenuta con la legge n. 215 approvata il 23 novembre del 2012 con lo scopo di «promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali» .
Ora, quest’anno accanto al logo qualcuno potrà anche decidere di scrivere il mio nome.
Nonostante mesi di tentennamenti, dubbi, perplessità, incertezze (la prima chiamata la ricevei a novembre dello scorso anno), a febbraio decisi di accettare la proposta e vivere questa esperienza di impegno civico.
Inutile dire che mi condizionò molto nella scelta l’esame di filosofia politica che andavo preparando per metà febbraio. Hannah Arendt sembrava parlarmi attraverso le pagine di On Revolution. Mi posi allora una domanda: «Ma tutti questi grandi pensatori che hanno scritto e che scrivono dell’origine del potere, di come nascono gli stati, di diritti naturali dell’uomo, del suo essere zôon politikòn (animale politico), del valore della Costituzione,… hanno mai preso parte a esperienze di politica concreta, attiva, tangibile?».
Spesso mi ritrovo a criticare la Filosofia per la sua astrattezza e per l’aver perso il legame con la realtà. Siamo solo noi che, in quanto protagonisti della storia, possiamo colmare questo iato e ricongiungere teoria e prassi, pensiero e azione, ideale e reale: «Tutto ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale», scriveva Hegel, filosofo tedesco, a inizio Ottocento.
Certo, con tutte le opportune differenze, sostanziali e apparenti tra filosofia e contesto reale, con tutti i limiti del caso, con tutte le difficoltà che si presenteranno, ma è stata proprio la curiosità di vedere nella quotidianità del piccolo come la politica funziona (o non funziona) che mi ha spinto ad accettare di fare parte della lista civica Con la gente per il paese.
Le prime reazioni dei miei amici ben dipingono il modo di guardare alla politica che accumuna gran parte dei giovani tra i 20 e i 25 anni:
- «Ma chi te lo fa fare? Rimarrai solo delusa. Sono tutti uguali e non ti permetteranno di fare molto. Se avrai qualcosa di buono da realizzare, tranquilla, ti metteranno sempre i bastoni tra le ruote».
- «Ti vogliono dentro solo perché così puoi attirare i voti dei giovani. A loro interessa solo questo, e non dare loro una voce».
- «Sei giovane. Finirai per bruciarti..».
- «A Buttapietra? Ma tu sei pazza! Dedicare del tuo tempo a un paese di m**** che non ti ha mai dato niente?».
- «Io non lo farei mai. Hai 24 anni, Ele! Ma pensa un po’ a divertirti, che già tra università e impegni vari ha il tuo da fare».
Venire usata, rimanere delusa, essere ostacolta, dedicare del mio tempo a un paese che non lo merita, e averne meno per godermi la mia età.
Ma proprio perché Buttapietra è un paese di m****, dove l’attenzione per adolescenti e giovani è pari a zero, e che non mi dato niente, voglio giocare e metterci la faccia per vedere se questo paese è pronto per riscattarsi e rispondere alle nuove necessità sociali. Io su Buttapietra e i suoi giovani voglio scommetterci!
Le mie giornate ultimamente si dividono tra studio e volantinaggio di propaganda, ma questo non significa che qualche serata di salsa o in discoteca con gli amici non me la conceda.
«Ma Ele, che stai a perdere tempo con la campagna elettorale?? Vedi un po’ di impiegarlo meglio e di trovarti il ragazzo».
Frecciatine di questo tipo ogni tanto qualche amico me le lancia, ma che ci posso fare? Io sono fatta così, minuta, alta 1 metro e 50, ma effervescente, curiosa, con voglia di mettersi in gioco, e con uno sguardo che abbraccia una vita a 360°. Non nego però che un po’ di sostegno in più da parte di qualche amico non mi dispiacerebbe.
E a chi mi chiede: «quindi, ti sei data alla politica?», rispondo: «non è politica. È impegno civico, partecipativo e attivo, che vuole creare coinvolgimento e azione a partire dai cittadini stessi».
Eleonora Filippi ©