NATALE AL CIOCCOLATO
«Perché dovrei scegliere voi?».
«Perché ho una presenza».
Il giorno dopo mi ha richiamato.
Se ripenso al giorno del colloquio mi sembra ieri e invece è ormai già un mese che lavoro per loro.
Alla prima domanda “Est-ce que vous serez sur Paris pendant la période de Noël?“, ho mentito senza troppo esitare : «ça depend si je trouve ou pas de travail. Pour l’instant je n’ai rien de prévu». Falso. Avevo già un’andata Easyjet per Milano-Malpensa e un ritorno flixbus per Paris-Bercy.
E benché la proposta di contratto in sé non fosse nulla che valesse la pena (contrat saisonnier jusqu’au 5 janvier), ho accettato.
Da qualche settimana ero alla ricerca di un piccolo boulot vicino a casa da poter gestire in parallelo ai miei corsi di teatro, così quando ho visto la loro offerta affichée sulla porta della cioccolateria “Nous recherchons des vendeurs / vendeuses CDD temps plein, mi-temps” non ho avuto alcun dubbio : avrei fatto di tutto pur di lavorare per loro.
Ho “messo a jour” il mio curriculum e l’ho inviato via mail. Nel pomeriggio dello stesso giorno sono passata dal negozio per consegnarlo di persona e, coincidenza della sorte, la figura incaricata della selezione del personale era là ad attendere i primi candidati.
Mi riceve, mi pone la domanda imperativa sui progetti natalizi, mi dice che non ha ancora trattato la mia candidatura e che mi contatterà nei prossimi giorni. Lo ringrazio e mi volto per andarmene. Con la coda dell’occhio intravedo un balenio sul suo volto seguito da una “questione” : « est-ce que vous pouvez attendre une minute ?». Scompare nel dietro negozio con il mio curriculum tra le mani, ritorna quasi immediatamente, mi sorride e mi fa segno di seguirlo. I primi candidati non sono ancora arrivati e così mi inserisce al primo posto nella lista dei colloqui della giornata.
A un mese di distanza me voilà ”riconvertita” da cameriera a esperta di cioccolato, pacchetti regalo, cifre di vendita: «Bonjour Madame, est-ce que je peux vous renseigner ?», «Ce sont de bonbons pralinés et les autres de ganasches», «Praliné signifie noisette, amandes caramélisées, sucre glace, beurre de cacao ».
La soglia d’entrata del mio luogo di lavoro è una vetrina natalizia decorata con stelle filanti dorate, luci argentate, slitte di legno dipinto, babbi natale in cioccolato fondente 73%, pupazzi di neve di cioccolato bianco, eleganti confezioni regalo di bonbons au chocolat . Nel mio immaginario personale, il negozio ha assunto le sembianze di una filiale del laboratorio centrale di Babbo Natale; il contratto che ho firmato un’assunzione per un posto come sua assistente personale..
In questi giorni avrei dunque dovuto essere in Italia, impegnata negli ultimi acquisti, circondata dai miei cari, coccolata dalla cucina di mamma. Invece eccomi a lavorare avvolta dal caldo colore del cioccolato che sfuma dal bianco al marrone al nero, attorniata da colleghe sorridenti e gentili, bombardata di clienti esigenti e richieste dell’ultimo minuto.
Eppure l’ambiente lavorativo nella cioccolateria nel periodo natalizio è talmente magico che ho come l’illusione di vivere una favola, una dolce e delicata favola. Gli ingredienti ci sono tutti, ora non resta che attendere l’arrivo del principe azzurro alla cassa.
Eleonora Filippi ©
PS: nonostante il testo sia redatto in italiano, nel corso della lettura vi renderete conto della presenza di alcune parole appartenenti alla lingua francese (in corsivo) e altre inserite tra virgolette in quanto adattamenti di termini francesi italianizzati. Ciò a testimonianza dell’esperienza linguistica che sto vivendo e che impone un periodo di passaggio e di assestamento tra le due lingue;)