DIARIO DI UNA PRIMAVERA – 2
17 marzo: Buongiorno, siamo in guerra sanitaria.
Questa mattina non è stato il Bonjour della sveglia a invitarmi a aprire gli occhi ma il messaggio del governo francese arrivato sul mio cellulare.
“Alerte covid 19
Le Président de la République a annoncé des règles strictes que vous devez impérativement respecter pour lutter contre la propagation du virus et sauver des vies. Les sorties sont autorisées avec attestation et uniquement pour votre travail, si vous ne pouvez pas télétravailler, votre santé ou vos courses essentielles. Toutes les informations sur www.gouvernement.fr”
Con questo messaggio ecco che anche la Francia si avvicina fortemente alle misure prese dal governo italiano.
Bar e café sono già chiusi da sabato sera, domenica il primo turno delle elezioni municipali si sono svolte regolarmente (secondo turno riportato invece a giugno) , le scuole da ieri rimarranno chiuse, e il discorso del Presidente della Repubblica ha dichiarato ieri sera che la guerra al Coronavirus è ufficialmente iniziata: “nous sommes en guerre sanitaire”.
Da domani dunque dovremo avere sempre con noi un foglio che autocertifichi i motivi dell’uscita: lavoro, spesa, salute, famiglia, breve passeggiata personale nelle vicinanze. Fortunatamente la autorità hanno preso in considerazione la necessità fisica dei parigini. Occorre infatti ricordare che nelle grandi città la maggioranza delle persone vive in studi di 12-18 mq.
Come cambierà la mia vita parigina, senza scuola, né lavoro, né relazioni “in carne”, né uscite di piacere?
E se è vero che rispetto ai francesi, sono più preparata all’accettazione della nuova situazione d’emergenza (da settimane seguo la situazione italiana e dentro di me sapevo che sarebbe stato solo questione di tempo prima che anche qui la situazione diventasse drammatica ed ero dunque pronta razionalmente alla notizia), reggerò psicologicamente e emotivamente a questa clausura forzata? Confesso che qualche giorno fa ho esitato: prepararsi alla quarantena parigina o rientrare dalla mia famiglia con uno degli ultimi voli di fortuna?
Alla fine ho deciso di rimanere qui, in una metropoli che piano piano si svuota, in una camera che da su un Boulevard via via più deserto, in compagnia di una persona anziana di 95 anni che soffre di difficoltà respiratoria. Ormai il Virus è ovunque e per lui non esistono frontiere. Il Virus è figlio della Natura (ho bisogno di crederlo per accettarlo, se mi lasciassi totalmente andare alla teoria del complotto e alla creazione in laboratorio, nessuna ragione avrebbe più senso).